Le informazioni sottostanti e il resto della sezione dedicata alla radioterapia si rivolgono alle persone a cui è stato diagnosticato un tumore al seno. Se si volessero ulteriori informazioni sull’utilizzo della radioterapia quando la malattia si ripresenta si consiglia di visitarne le pagine.
Cos’è la radioterapia?
La radioterapia è una modalità di cura dei tumori che utilizza, in quantità attentamente dosate, sicure e controllate, raggi x ad alta energia con lo scopo di distruggere le cellule tumorali. Il ciclo di trattamento viene suddiviso in piccole sedute giornaliere per un periodo di alcune settimane. Ciò permette di ottenere il massimo effetto sulle cellule tumorali, limitando i danni nei confronti delle cellule normali.
La radioterapia è un trattamento altamente specializzato non realizzabile in tutti gli ospedali e in tutte le cliniche. Tuttavia, ogni Centro di Senologia fa capo a uno o più ospedali che dispongono di un adeguato reparto di radioterapia.
La radioterapia viene impiegata per il trattamento del tumore al seno dopo l’intervento chirurgico in diverse situazioni:
- per eliminare eventuali cellule tumorali rimaste nella zona del seno operata con lo scopo di ridurre il rischio che il tumore possa ripresentarsi (recidiva locale). Se la paziente è stata sottoposta a un intervento conservativo al seno (come la tumorectomia o la quadrantectomia) le verrà consigliato un trattamento radioterapico del seno residuo dopo l’intervento. Se ha subito una mastectomia la radioterapia potrebbe essere somministrata sulla parete toracica.
Ad esempio, se il tumore era di dimensioni elevate e/o con caratteristiche di elevata invasività, aumenta il rischio di avere cellule tumorali presenti in profondità, sulla parete toracica.
Inoltre aumenta il rischio di trovare cellule tumorali nei linfonodi dell’ascella e in altre sedi linfonodali di drenaggio anche se il seno è stato completamente rimosso.
- per trattare i linfonodi che si trovano sopra la clavicola, nell’ascella e/o in profondità dietro lo sterno dalla stessa parte del seno operato. Ciò dipenderà dall’operazione subita e dalla presenza di cellule tumorali nei linfonodi asportati. In genere se i linfonodi asportati sono negativi (linfonodo sentinella e/o altri linfonodi dell’ascella) non necessita della radioterapia in queste sedi.
La radioterapia potrebbe non essere consigliata nel caso in cui la paziente:
- abbia già ricevuto un trattamento di radioterapia comprendente il seno operato;
- soffra di una malattia che la rende particolarmente sensibile all’effetto delle radiazioni;
- sia in corso una gravidanza.
Oppure, ovviamente, la paziente può decidere di non volersi sottoporre a radioterapia.
Quando inizia la radioterapia?
Quando il medico radio-oncologo avrà valutato la situazione e la paziente sarà ritenuta pronta per sottoporsi al trattamento radioterapico. Le linee guida internazionali indicano che la radioterapia dovrebbe avere inizio entro 8 settimane dall’intervento chirurgico, meglio tra le 4 e le 8 settimane, a meno che non vi sia un motivo medico per il quale debba essere ritardato il suo inizio. Ad esempio un’infezione della ferita o una sua chiusura ritardata possono posticipare l’inizio della radioterapia. Tuttavia non è stata dimostrata una perdita di efficacia della radioterapia sino a 6-9 mesi dall’intervento chirurgico.
Quando anche la chemioterapia fa parte del trattamento, dopo l’intervento chirurgico, a seconda dello schema chemioterapico prescritto, la radioterapia potrà essere somministrata insieme o dopo la chemioterapia stessa.
Testo redatto da Antonella Richetti, radio-oncologo
Ultima revisione – febbraio 2017