Una diagnosi tumorale altera, almeno temporaneamente, la vita sessuale, com’è normale quando si è in lotta per la sopravvivenza. Il desiderio sessuale può ridursi anche a seguito degli effetti collaterali delle terapie assunte (secchezza vaginale, dolore, stanchezza) o delle preoccupazioni relative alla reazione del partner di fronte al risultato estetico dell’intervento chirurgico (cicatrici, amputazione, risultati insoddisfacenti della ricostruzione).
I progressi della chirurgia nell’ambito del tumore al seno, che hanno portato ad interventi sempre meno devastanti e mutilanti, hanno contribuito a diminuire l’impatto psicologico della malattia. Il sentirsi desiderabile e a proprio agio nella relazione intima col partner aiuta a recuperare autostima, desiderio e piacere sessuale.
Per il personale curante si impone la necessità di affrontare anche questo aspetto, con delicatezza e tatto, nel rispetto della salute globale della donna. Sottovalutare i problemi sessuali equivale ad omettere una parte importante del processo d’adattamento alla malattia.
Testo redatto da Gabriella Bianchi Micheli, Psicoterapeuta e Psiconcologa FSP
Ultima revisione – febbraio 2017