Il lipofilling (detto anche trapianto di grasso) è un intervento di chirurgia ricostruttiva che consiste nella iniezione di grasso, proveniente dalla paziente stessa, purificato e trattato. Il grasso così ottenuto viene poi impiantato con microaghi direttamente nella zona da trattare. Il grasso si può prelevare dalle regioni corporee in cui è presente in maggior quantità. È indicato per:

  • correzione di asimmetrie
  • difetti di piccole e medie dimensioni dopo ricostruzione con protesi o chirurgia conservativa riempiendo possibili avvallamenti;
  • aumento dello spessore e rigidità dei tessuti sopra le protesi;
  • pelle secca e poco vascolarizzata dopo radioterapia.

A volte è necessario effettuare più sedute: le sedute successive sono di solito eseguite ad almeno tre mesi di distanza l’una dall’altra. Si può effettuare in anestesia generale o locale.

La procedura non è di solito accompagnata da effetti collaterali di rilievo. Infatti, trattandosi di tessuto proveniente dalla donna stessa, si evita qualunque rischio di rigetto. Nel decorso post operatorio può lasciare ecchimosi o arrossamento della pelle nella zona trattata, che spariranno con il tempo.

Il trapianto di grasso non interferisce in maniera significativa con la lettura delle successive mammografie di controllo, ma il radiologo di riferimento deve essere informato che la paziente è stata sottoposta a lipofilling.

Prima di procedere, è necessario che il chirurgo plastico verifichi le condizioni di rimborso.

 

Testo redatto da Mariangela Galfetti, ginecologo chirurgo

Ultima revisione – febbraio 2017