Storia di Francesca, libera professionista, operata a 34 anni per carcinoma duttale invasivo e micrometastasi.

La malattia ha dato una svolta decisiva alla sua vita. In meglio.
Nell’arco di un anno da quando le è stato diagnosticato un tumore ha preso due decisioni molto importanti per il suo futuro: quella di sposarsi e di avviare un’attività indipendente. Due lauree, una in Giurisprudenza e una in Lingue e Letterature Straniere, Francesca, trentacinquenne fiorentina, una cascata di riccioli bruni, ha lavorato a lungo in campo giuridico a Firenze, Londra e infine a Lugano. I suoi guai cominciano a 33 anni quando riceve un grande dispiacere: dopo quattro anni di fidanzamento viene lasciata, senza reali spiegazioni, via e-mail. Comincia a dimagrire, perde 10 kg in un mese, sta malissimo. Il caso vuole che in quello stesso periodo l’azienda per cui lavora vada in crisi e le imponga un contratto a tempo ridotto. E’ un altro shock, ma si ritiene più fortunata rispetto ad altri colleghi che vengono licenziati. Lo affronta con il fermo proposito di trovare presto un lavoro alternativo. Si iscrive ad un master di Fashion Design a Milano che frequenta nel tempo libero e piano piano riesce a progettarsi anche un futuro come fashion stylist:

“ Il mondo della moda e soprattutto dello stile mi è sempre piaciuto, così come l’idea di mettermi in proprio con un’attività creativa e del tutto diversa, che mi ridesse lo slancio vitale che stavo perdendo”.

La primavera porta buone notizie, Francesca incontra Edoardo, è bello, forte, un po’ matto, le piace, in realtà era proprio quello di cui aveva bisogno per ricominciare a sorridere. Quando le sembra di essersi riappropriata della sua vita, il destino le gioca un altro brutto scherzo: Francesca si accorge di avere una cisti al seno e si reca subito dalla ginecologa per un controllo. E’ il 13 ottobre 2010. Nell’arco di un solo giorno, affronta una visita, un’ecografia, una mammografia e una biopsia. Il verdetto, telefonico, dopo 5 lunghissimi giorni in cui di colpo sembra crollarle il mondo addosso, è di carcinoma duttale invasivo.

“ Per me allora tumore era sinonimo di morte. Ricordo che andando dalla ginecologa camminavo a testa bassa guardando i miei piedi, e pensavo di avere ancora tante cose da fare nella vita prima di andarmene. Ricordo i miei amici Roberta e Simone che mi sorreggevano mentre io, terrorizzata, continuavo a perdere i sensi. Ricordo il dolore che ho visto negli occhi di mio padre e quelle lacrime incontenibili che esprimevano solo parte dello strazio che doveva avere dentro.
Ma la dottoressa dopo il colloquio mi guardò fissa negli occhi e mi disse: ”Lei non morirà, glielo garantisco io! “ Quella frase assieme alla consapevolezza che si trattava di un tumore aggredibile, mi diede la forza per affrontare tutte la mie preoccupazioni e soprattutto il dolore di chi mi stava vicino in quel momento: i miei genitori, gli amici ed Edoardo che, nonostante i pochi mesi passati insieme, prese responsabilmente in mano la situazione.”

Francesca preferisce essere curata vicino a casa, a Firenze. Di quei giorni che precedono l’intervento di mastectomia, oltre la grande preoccupazione, ricorda proprio l’affetto di cui era circondata da tutti i suoi cari. Poco dopo l’operazione e una biopsia più approfondita purtroppo i medici rilevano la presenza di una micrometastasi nel linfonodo sentinella e la operano di nuovo d’urgenza. A seguire un’infezione con febbre altissima e molti dolori:

“ In quel momento fui sul punto di crollare. Ma in fondo sentivo che potevo farcela. Potrà sembrare strano ma prima di entrare in sala operatoria, per farmi forza, pensai di quelle cellule impazzite: vado, le ammazzo e torno!!’ “

Francesca è una combattente nata e dopo tre mesi rientra al lavoro. Le affidano compiti diversi da prima, perché il suo posto è stato nel frattempo occupato da un’altra persona. Motivo in più per tornare ad accarezzare il progetto di mettersi in proprio come fashion stylist, visto che ora sta bene, prima però è il suo matrimonio con Edoardo che deve organizzare.
Verrà celebrato a Como da un frate bergamasco. Testimoni saranno i suoi più cari amici, tra gli altri Damiano, Eleonora e Simone. Il primo, oltre ad essere stato una colonna portante, le ha fatto conoscere il futuro sposo; la seconda è la sua più cara amica d’infanzia, provvidenziale quando pensava di non farcela. Simone continua a sostenerla, tutti i giorni come quel giorno. Roberta la accompagnerà all’altare in veste di damigella d’onore, sorreggendo non più lei, ma il suo velo.

Ora Francesca è tornata a sorridere. Sente di avere vinto la propria battaglia.


Intervista realizzata da Désirée Della Volta