La mammografia è l’esame principale per la diagnosi del tumore al seno.
La mammografia è la radiografia del seno a basso dosaggio di raggi X. L’esecuzione della mammografia avviene comprimendo ogni seno in due proiezioni distinte, una chiamata craniocaudale e l’altra mediolaterale obliqua, per permettere di analizzare la ghiandola mammaria da due incidenze diverse. Per una corretta analisi e rappresentazione della ghiandola mammaria è indispensabile comprimere il seno per evitare movimenti e per ridurre la quantità necessaria di raggi X.
Grazie allo sviluppo tecnologico, la compressione del seno dura in ogni caso pochi secondi e la dose di radiazioni è molto bassa.
Tra le donne che si sottopongono all’esame mammografico, alcune lo descrivono come sgradevole, altre come doloroso, altre ancora lo definiscono invece privo di problemi.
La mammografia può essere eseguita anche nelle donne con protesi mammarie.
La mammografia non va eseguita, salvo rare eccezioni, durante l’allattamento.
L’età in cui si esegue la prima mammografia dipende dalla storia clinica di ogni donna.
La mammografia diagnostica: con questo termine si intende la mammografia eseguita in una donna (o un uomo) che presenta dei disturbi (come per esempio un nodulo, un dolore o una secrezione dal capezzolo).
La mammografia preventiva o mammografia di screening: con questo termine si intende una mammografia eseguita in una donna che non ha nessun disturbo a livello del seno, alla ricerca di un tumore che non ha ancora dato alcun sintomo, con lo scopo di fare una diagnosi precoce del tumore.
La mammografia di screening in un programma organizzato: si intende una mammografia eseguita all’interno di un programma organizzato dove la donna in una determinata fascia di età viene invitata a sottoporsi ad una mammografia. Nel Canton Ticino e nel Canton Grigioni è presente un programma di screening organizzato per il tumore al seno in cui la donna viene invitata tramite lettera ogni due anni dai 50 ai 70 anni.
La mammografia MicroDose®: esistono nuovi apparecchi mammografici che permettono di eseguire la mammografia con un dosaggio di raggi X inferiore di almeno la metà rispetto ai mammografi precedenti.
La mammografia spettrale: gli apparecchi dell’ultima generazione MicroDose®SI permettono durante l’esame mammografico di quantificare la ghiandola mammaria presente nel seno per determinare in modo oggettivo se la donna ha un seno denso (molta ghiandola) o involuto (poca ghiandola mammaria). Questa applicazione è stata sviluppata perché la sensibilità diagnostica della mammografia, ossia la sua capacità di trovare un piccolo tumore, dipende dalla densità della ghiandola mammaria.
Su questo esame gli americani hanno sviluppato un sito internet www.areyoudense.org.
Mammografia e tomosintesi: la tomosintesi è la rappresentazione a più strati della ghiandola mammaria. Invece che eseguire una semplice radiografia del seno si eseguono più radiografie a strati sovrapposti. Questo permette un’analisi tridimensionale (3D) e consente di meglio analizzare la ghiandola mammaria a scapito di un discreto aumento della dose di raggi X necessaria durante l’esame. L’applicazione è promettente nella diagnosi precoce del tumore al seno soprattutto nelle pazienti con ghiandola mammaria densa ma non solo. Al momento non viene utilizzata nell’ambito dei programmi organizzati di screening perché richiede un maggior tempo di lettura e di trasmissione dei dati.
Testo redatto da Elena Cauzza, radiologo
Ultima revisione – marzo 2017