Durante un colloquio oppure al momento della firma di un contratto di lavoro  si deve informare che si ha un tumore al seno?

La malattia fa parte della sfera privata protetta dalla legge. La questione è tuttavia più articolata.

Se il datore di lavoro si informa in modo diretto sullo stato di salute occorre dire la verità. Chi tace su una malattia esistente nonostante gli sia rivolta una precisa domanda a riguardo, circuisce.
Se il fatto dovesse essere scoperto in un secondo tempo (ad es. a causa di rendimento ridotto sul lavoro oppure di ricorrenti assenze per le cure), il datore di lavoro potrebbe, per questo, decidere di risolvere il contratto di lavoro con effetto immediato.

Se invece il datore di lavoro non pone domande in merito allo stato di salute, il candidato ha comunque l’obbligo di informarlo nel caso di una malattia che potrebbe compromettere l’adempimento del contratto o condurre a incapacità lavorativa nel breve periodo.

Occorre anche tener presente che il datore di lavoro potrebbe chiedere delle referenze ad esempio al precedente datore di lavoro, e anche informarsi con quest’ultimo, tra l’altro, sulle eventuali assenze dal lavoro per malattia.

Se il trattamento è terminato e il rischio di ripresa della malattia è considerato remoto, si potrebbe anche non informare il datore di lavoro.

Se si ha già un impiego

Le informazioni concernenti una diagnosi, una malattia e la terapia rientrano nella sfera privata di una persona e la stessa può quindi decidere chi mettere al corrente. Il datore di lavoro ha tuttavia il diritto di informarsi sulla durata dell’assenza, le condizioni della ripresa e la capacità di rendimento.

Volendo preservare il rapporto di fiducia con il proprio datore di lavoro, si consiglia di mantenere il contatto con lui e di informarlo sul decorso della malattia.

A cura di Jocelyne Gianini, assistente sociale in collaborazione con una giurista

Ultima revisione – febbraio 2017