Confrontate con una diagnosi di tumore al seno si provano emozioni intense, sentimenti d’incredulità e di smarrimento, d’impotenza e di perdita del controllo, di tristezza e di ansia, di rabbia, di solitudine e isolamento, d’incertezza per il presente e il futuro con frequente angoscia di morte. Queste sensazioni sono spesso definite dalle pazienti come “uno shock“, “una confusione“, “una nebbia”.
Si tratta di sentimenti comuni e naturali, che devono essere accolti e considerati da parte degli specialisti e del personale curante. Più tempo intercorre tra i primi accertamenti e la diagnosi definitiva, più le emozioni rischiano di essere intense e difficili da gestire.
Al momento della diagnosi, il blocco emotivo protegge l’integrità psichica e le donne dichiarano spesso di “ritrovarsi come in una bolla di vetro”, di “vedere il medico che parla ma di non sentire nulla”, di provare “un pugno nello stomaco”.
Queste reazioni sono difficilmente identificabili dal medico dato che la paziente “fa solitamente poche domande”, oppure “non mette in discussione il procedere”, o “non esprime quello che prova”. La donna, confrontata con la cattiva notizia, necessita tempo per assimilarla e per porre le necessarie domande. La presenza di una persona cara (familiare, parente, amico) al momento della diagnosi favorisce il supporto emotivo e una visione più obiettiva della situazione.
Le reazioni alla diagnosi variano in base alla percezione della natura della malattia e alla filosofia di vita, alla personalità e ai meccanismi di difesa, alle precedenti esperienze personali o familiari, al sostegno sociale e affettivo.
Testo redatto da Gabriella Bianchi Micheli, Psicoterapeuta e Psiconcologa FSP
Ultima revisione – febbraio 2017