È assolutamente normale provare ansia e preoccupazione riguardo alla diagnosi e alle proposte di cura. Tensione, difficoltà di concentrazione, paura e disturbi del sonno possono apparire con intensità diverse da persona a persona.
Una volta iniziati i trattamenti spesso queste preoccupazioni diminuiscono per lasciar spazio a una forza interiore non sempre conosciuta.
Se ansie e preoccupazioni dovessero aumentare e la tristezza prendere il sopravvento, può essere utile parlarne con il personale curante. Un dialogo con i medici o gli infermieri, abituati ad interagire con persone confrontate con i vari risvolti della malattia, può aiutare a meglio affrontare la situazione o a richiedere un aiuto specialistico (psicologo, assistente sociale, …).
Un periodo di tristezza non è necessariamente depressione ma può diventarlo se ci si chiude sempre di più in sé stessi, rifiutando i contatti e gli aiuti, provando ansie, angosce, perdita delle energie e del desiderio di occuparsi di sé, che si fatica ad esprimere verbalmente.
Un aiuto specialistico, spesso limitato nel tempo, aiuta ad alleviare questi sintomi, che sono molto simili alla stanchezza dovuta alle cure e per questo a volte difficili da individuare. Non esitate a chiedere consiglio al vostro medico o infermiere, è preparato ad aiutarvi anche in questo!
Testo redatto da Gabriella Bianchi Micheli, Psicoterapeuta e Psiconcologa FSP
Ultima revisione – febbraio 2017