È innegabile che una diagnosi tumorale provochi preoccupazioni, ansie e lasci sopraggiungere la paura della morte.
La “spada di Damocle” che tutti sappiamo essere in agguato sulle nostre teste diventa improvvisamente “reale” dopo la conferma della diagnosi e provoca grande sofferenza e preoccupazione. La proposta di cura e i controlli medici successivi a questi primi momenti di incontro con la malattia, ne riducono progressivamente l’impatto psicologico.
Le insicurezze e le ansie riguardo al futuro tendono ad aumentare al termine delle terapie, ma diminuiscono e vengono maggiormente gestite e vieppiù tollerate con il passare del tempo e dei controlli medici, anche se probabilmente non scompariranno mai del tutto.
Testo redatto da Gabriella Bianchi Micheli, Psicoterapeuta e Psiconcologa FSP
Ultima revisione – febbraio 2017