Nonostante le prospettive di cura siano solitamente molto buone, l’impatto della diagnosi provoca inevitabilmente delle paure di morte. Poter esprimere anche questa angoscia e sentirsi accolte ed ascoltate, aiuta a non chiudersi nel proprio mondo interno, con il rischio di ingigantire ulteriormente le preoccupazioni, che spesso non sono veritiere.

È importante ricordarsi che questi pensieri, e le emozioni correlate, sono del tutto normali. Se vengono accettati, con il passare del tempo diminuiscono di importanza, e la paziente scopre risorse interne per farvi fronte.

Poterne parlare con il personale curante o con altre pazienti spesso aiuta ad individuare nuove strategie per accettare i propri vissuti emotivi.

 

Testo redatto da Gabriella Bianchi Micheli, Psicoterapeuta e Psiconcologa FSP

Ultima revisione – febbraio 2017