In presenza di metastasi gli esami del sangue servono a verificare il corretto funzionamento degli organi principali (midollo osseo, reni, fegato, ossa) e, in assenza di sintomi, possono indirizzare il medico verso esami più approfonditi.

Durante la terapia servono a monitorare gli effetti collaterali del trattamento come per esempio la soppressione del midollo osseo dovuta alla chemioterapia o la tossicità a livello del fegato e dei reni.

Durante l’assunzione degli inibitori dell’aromatasi  viene controllato il livello di colesterolo che può essere aumentato da questa classe di farmaci. Nelle donne in premenopausa che ricevono LHRH analoghi, anche in assenza di ciclo mestruale, devono essere controllati ogni 6 mesi i livelli di ormoni, per verificare che le ovaie siano bloccate.

Durante l’assunzione di Bisfosfonati  devono essere controllati frequentemente il funzionamento dei reni e i livelli di calcio.

Il dosaggio periodico dei marcatori tumorali (CA 15-3, CEA), se era elevato al momento della scoperta delle metastasi, è considerato ragionevole dalle linee guida internazionali come aiuto per valutare l’efficacia dei trattamenti. Il cambiamento nei loro valori, senza conferma da parte di esami radiologici  o clinici, non deve però essere usato come indicazione per cambiare terapie o deciderne la loro durata.

Testo redatto da Olivia Pagani, oncologo medico

Ultima revisione – febbraio 2017