Ogni persona reagisce in modo differente a un intervento chirurgico. La maggior parte delle pazienti si riprende bene con pochi effetti collaterali.

I disturbi più comuni sono elencati di seguito.

Drenaggio della ferita

È possibile che la paziente abbia dei drenaggi nella sede della ferita dopo l’intervento, anche se alcuni chirurghi non li usano. Si tratta di tubicini che drenano sangue o liquidi dalla zona della ferita in una bottiglietta o in un piccolo sacchetto. La paziente può camminare o muoversi normalmente con il drenaggio attaccato. I drenaggi di solito vengono tolti da due a sette giorni dopo l’intervento chirurgico.

Nausea

Dopo l’operazione può manifestarsi nausea, a causa dell’anestesia. Alcune persone ne soffrono più di altre, come ad esempio le pazienti che hanno effettuato interventi molto lunghi, per esempio quelli di ricostruzione del seno dopo mastectomia. La nausea dovrebbe passare entro un giorno o due. Particolari farmaci anti-nausea, somministrati sotto forma di pastiglie o iniezioni, possono fornire sollievo in tali casi.

Ecchimosi e gonfiore

L’ecchimosi (contusione) è comune dopo l’operazione e sparisce gradualmente. Anche il gonfiore è comune e può interessare il seno, la parete del torace, la spalla e il braccio. Fa parte del normale processo di guarigione e dovrebbe diminuire dopo sei/otto settimane. Indossare un reggiseno morbido, che dia comunque sostegno, può aiutare a sentirsi più comode. Se il gonfiore dura più di due mesi dopo l’intervento, in particolare se alla paziente sono stati tolti i linfonodi (ghiandole) sotto l’ascella, bisogna rivolgersi al personale curante, in particolare al chirurgo, all’infermiera di senologia o all’oncologo.

Ematoma

Qualche volta il sangue si accumula nei tessuti attorno alla ferita e causa gonfiore, disagio e un indurimento denominato ematoma.

Il corpo può impiegare alcune settimane per riassorbire il sangue. Se l’ematoma è molto grande, il chirurgo potrà suggerire di aspirare il liquido mediante una siringa o un ago. Solo raramente è indicato un piccolo intervento chirurgico per rimuoverlo.

Sensazioni insolite

Sensazioni di formicolio, bruciore, intorpidimento o prurito nella regione toracica e lungo il braccio dalla parte operata, sono abbastanza comuni e possono durare settimane o addirittura mesi dopo l’intervento. Sono di solito dovute a irritazione dei nervi durante l’intervento chirurgico.

Cicatrici

Qualsiasi intervento al seno la paziente abbia avuto, rimarranno delle cicatrici. Il tessuto della cicatrice viene prodotto naturalmente dal corpo durante la fase di guarigione. All’inizio la cicatrice sarà rilevata al tocco. Le cicatrici possono inoltre dare una sensazione di stiramento e maggior sensibilità della pelle ed è frequente che non si riesca a indossare un reggiseno o qualsiasi altro indumento stretto che eserciti una pressione sulla zona interessata.

Se la paziente ha avuto una mastectomia senza ricostruzione del seno, riceverà una protesi provvisoria prima di lasciare l’ospedale. Consiste in un leggero cuscinetto di stoffa a forma di seno, inserito nel proprio reggiseno. Per evitare che si sposti, si può applicare un bottone a pressione alla protesi e al reggiseno oppure una piccola spilla di sicurezza, adattando le spalline. Queste protesi sono concepite per essere indossate dopo l’operazione, durante il periodo in cui la zona è particolarmente sensibile.

Rigidità

Il braccio e la spalla dal lato operato saranno probabilmente rigidi e dolenti per alcune settimane. L’infermiera di senologia o il fisioterapista indicheranno qualche esercizio leggero per riacquisire e ristabilire i movimenti naturali.

Se la paziente si sta sottoponendo a radioterapia, è d’aiuto continuare a fare questi esercizi durante tutto il periodo del trattamento e anche al termine dello stesso. Molti fisioterapisti raccomandano di proseguire con questi esercizi per due anni, altri in modo permanente.

Infezione della ferita

Finché non sarà guarita, in ogni momento si può sviluppare un’infezione della ferita. La pelle impiega di solito da due a tre settimane per guarire e ci vogliono circa sei settimane finché i punti interni si dissolvano. Se la paziente ha uno dei seguenti sintomi, è importante che si rivolga al chirurgo di fiducia o all’infermiera di senologia, in quanto potrebbe essere indicato assumere degli antibiotici:

– ferita gonfia o calda al tocco;

– rossore della zona;

– fuoriuscita di liquido/pus dalla ferita;

– malessere generale accompagnato da febbre.

 Dolore e disagio

È frequente provare un po’ di dolore o disagio dopo l’intervento, ma l’esperienza di ogni persona è diversa. Il dolore dovrebbe migliorare dopo qualche settimana, anche se il disagio potrebbe continuare per qualche mese, a dipendenza del tipo di intervento chirurgico eseguito. Se sono stati asportati i linfonodi sotto l’ascella, è più probabile che si manifestino dolore e disagio, in particolare attorno a questa zona. È importante continuare ad assumere regolarmente degli antidolorifici, che hanno anche un effetto antiinfiammatorio, finché i sintomi non spariscono. Se i dolori continuano, occorre rivolgersi al chirurgo di fiducia o all’infermiera di senologia.

Sieroma

Molte persone che hanno avuto un intervento chirurgico per tumore al seno, o l’asportazione di linfonodi dell’ascella, sviluppano un accumulo di liquidi denominato sierosa. Questo può manifestarsi sia sotto il braccio sia a livello della parete del torace. L’accumulo di liquidi potrà causare qualche disagio, ma non deve costituire motivo di preoccupazione, e viene di solito riassorbito dal corpo con il passare del tempo.

Se il sieroma è grande limita il movimento del braccio, crea disagio o non sparisce, il chirurgo potrebbe decidere di aspirare il liquido con un ago o una siringa. Si tratta solitamente di una procedura indolore, poiché la zona attorno alla ferita è ancora insensibile. Qualche volta un sieroma può riempirsi nuovamente dopo essere stato aspirato. In alcune pazienti potrebbe essere necessario aspirarlo più volte sull’arco di settimane prima che sparisca completamente.

Cordoncino

Dopo l’intervento chirurgico alcune persone in cui sono stati asportati i linfonodi dell’ascella sviluppano, sotto la cicatrice dell’ascella, una struttura simile ad un cordoncino che crea dolore e limita il movimento del braccio. Questo “cordoncino” può essere invisibile, ma di solito è percepibile al tatto: si pensa che venga causato da vasi linfatici induriti. Può apparire dopo sei o otto settimane dall’intervento o addirittura dopo mesi. Per migliorare i sintomi, potrebbero essere utili delle sedute di fisioterapia: è importante che il fisioterapista sia specializzato nel trattamento di pazienti operate per tumore al seno. L’infermiera di senologia saprà indirizzare le pazienti verso professionisti qualificati.

Cambiamento della sensibilità

Se la paziente ha avuto l’asportazione dei linfonodi dell’ascella potrebbe temporaneamente notare un cambiamento o una perdita di sensibilità lungo la superficie interna della parte superiore del braccio. Alcune persone potrebbero anche sentire in questa regione un certo grado di torpore o una sensibilità alterata in modo permanente. Ciò accade perché i nervi dell’ascella vengono irritati durante l’intervento chirurgico. Si manifesta con diversi sintomi.

– perdita o riduzione della sensibilità;

– intorpidimento o sensazione di freddo;

– debolezza del braccio;

– maggiore sensibilità al tocco o alla pressione;

– sensazione di bruciore o prurito;

– formicolio;

– dolori alle ossa.

Se la paziente ha avuto una mastectomia  con o senza chirurgia ricostruttiva , può manifestare sintomi simili a livello della parete toracica.

Se la paziente ha fatto una ricostruzione del seno con propri tessuti muscolari e cutanei potrebbe accorgersi di un cambiamento della sensibilità anche nella zona da dove è stato asportato il tessuto.

Questi sintomi sono solitamente temporanei e migliorano o spariscono con il passare del tempo.

Se la paziente si preoccupa per questi sintomi, è bene che si rivolga al chirurgo o all’infermiera di senologia. Pur nell’impossibilità di trovare un rimedio efficace per tutti i sintomi, sono tuttavia disponibili validi trattamenti per un sollievo e un miglioramento della situazione.

Linfedema

Un intervento chirurgico di asportazione dei linfonodi dell’ascella può influire sui vasi che drenano la linfa dal braccio. Ciò può portare a un accumulo di linfa che provoca gonfiore. Un gonfiore che subentra poco dopo l’intervento chirurgico abitualmente si risolve con il passare del tempo, quando i vasi linfatici tornano a drenare normalmente.

Molto importante è prevenire l’instaurarsi del gonfiore permanente con sedute periodiche di linfodrenaggio presso fisioterapisti specializzati.

In alcune persone il gonfiore può persistere o non sparire mai del tutto, anche se di solito può essere tenuto sotto controllo. Questo fenomeno è noto come linfedema e può presentarsi settimane o anche mesi dopo l’operazione o addirittura dopo alcuni anni.

Se la paziente è preoccupata per il rischio di linfedema, dovrebbe discuterne con l’infermiera di senologia o con il chirurgo. Se si nota un gonfiore nel braccio o nelle dita, è importante contattare l’infermiera di senologia o il chirurgo per una valutazione mirata. In caso di linfedema bisogna intervenire precocemente con un linfodrenaggio: è importante che il fisioterapista sia specializzato nel trattamento di pazienti operate per tumore al seno. L’infermiera di senologia saprà indirizzare le pazienti verso professionisti qualificati.

Recupero dopo l’operazione

Il recupero dopo l’intervento chirurgico coinvolge sia l’aspetto fisico sia quello emotivo. Il tempo necessario varia da persona a persona.

Le emozioni che le pazienti possono provare variano dal sollievo per il fatto che l’operazione è passata alla preoccupazione (di dover ritornare in ospedale) per i risultati dell’esame istologico definitivo.

La maggior parte degli ospedali fornisce alla paziente un numero telefonico per contattare l’infermiera di senologia qualora vi fossero domande o preoccupazioni specifiche.

Controllo post-operatorio

Prima che la donna lasci l’ospedale, le viene di norma comunicato entro quanto tempo ci sarà l’appuntamento per discutere i risultati dell’esame istologico. Durante questo incontro vengono discussi i trattamenti precauzionali indicati per la singola paziente.

Il ritorno alle attività normali

Quando la paziente rientra a casa dall’ospedale, può provare ogni giorno a fare un po’ di attività fisica, con moderazione. Occorre cercare di non fissarsi obiettivi troppo elevati e ricordare di concedersi una quantità sufficiente di riposo. Il corpo richiede tempo ed energia per riprendersi.

Normalmente si raccomanda di non sollevare nulla di pesante finché le ferite non siano guarite del tutto. Se si affrontano le attività quotidiane con delicatezza e cautela fin dall’inizio, sarà più semplice portarle a termine in maniera efficace e soddisfacente, e senza dolori, nelle settimane seguenti l’operazione. Ovviamente i tempi variano da persona a persona.

L’infermiera di senologia o il chirurgo sono in grado di dare consigli in merito alle attività fisiche specifiche come la guida dell’auto, la ripresa dell’attività lavorativa, gli sport o altre attività del tempo libero.